Il Report 2020 sui Lavori del Futuro del World Economic Forum (WEF) è chiaro: l’automazione e la pandemia elimineranno ben 85 milioni di posti di lavoro entro il 2025. Il 43% delle aziende sono interessate a ridurre il personale come effetto dell’integrazione tecnologica.
Senza corsi di formazione nelle discipline digitali del futuro, come quelli messi in atto dalla startup italiana EduTech Digital Dojo la ricerca del lavoro potrebbe rivelarsi molto difficile.
Quali sono i lavori a rischio
Sono in pericolo perlopiù lavori a bassa qualifica o professioni di routine o manuali che possono essere facilmente automatizzate: lavoratori edili, specialisti delle risorse umane, venditori porta a porta, banchieri, analisti finanziari, impiegati amministrativi e contabili.
Vedranno diminuire l’offerta di lavoro anche gli installatori e riparatori del settore elettronico e telecomunicazioni, meccanici e riparatori di macchine e operatori del servizio clienti.
Il fenomeno non tratterà la perdita del posto di lavoro in senso tradizionale, ma del cosiddetto “job displacement”: lavoratori che perderanno il posto di lavoro a causa delle circostanza al di fuori del loro controllo (come l’automazione o la pandemia).
A causa della diminuzione della richiesta dei loro profili non riusciranno a trovare nuove posizioni nel loro ambito a meno che non abbiano seguito dei corsi di formazione per trovare lavoro.
Di solito sono soggetti a questo processo le categorie più a rischio di disoccupazione: donne, giovani e figure professionali precarie o che lavorano senza una tutela legale.
I lavori più richiesti
Il bilancio del report è positivo: gli 85 milioni di posti di lavoro che spariranno, saranno creati 97 milioni di nuove posizioni, per lo più ad alta competenza.
Le professioni la cui domanda crescerà entro il 2025 sono quelle legate ai dati, alla strategia di business, alla robotica, al management dei progetti e al Digital Marketing.
Nel settore informatico continueranno ad essere popolari l’analisi dei dati e Data Science, l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico, big data, sicurezza, IoT. Saranno molto richiesti i specialisti di basi di dati.
Nel Business Development aumenterà la richiesta di specialisti della trasformazione digitale, responsabili di progetto e consulenti strategici, nonché gli specialisti di sviluppo organizzativo.
Secondo il WEF non rimarranno senza lavoro gli specialisti del Marketing Digitale, soprattutto quelli che si occupano di definire la strategia e nemmeno le professioni emergenti, come quella della creazione dei contenuti per il web.
L’Italia entra nel 2021 con un Digital Mismatch che lascia 135 mila posti di lavoro ad alta qualifica non riempiti ogni anno, per il gap tra le competenze digitali richieste dalle aziende e quelle che hanno effettivamente i candidati, anche quelli laureati.
Ecco perché l’unica strada per contenere la disoccupazione in Italia è quella della formazione online.
Corsi con maggiori sbocchi lavorativi
Per lavoratori che non hanno conoscenze specialistiche e sono quindi a rischio di essere spazzati via dall’automazione, l’unica via per non rimanere fuori dal mercato di lavoro, è quella di migliorare le proprie conoscenze digitali.
Per fortuna, le professioni digitali non richiedono costosi master o anni di studio per conseguire una laurea. Ma quali sono gli ambiti sui quali concentrarsi per un percorso di studio online e da dove cominciare?
Data Science
Quello dell’analisi e la scienza dei dati continuerà ad essere uno dei settori più promettenti del prossimo decennio. Per cominciare a lavorare in questo ambito come analista dei dati basta un’approfondita conoscenza di Excel. In seguito sarà utile imparare un linguaggio di programmazione tra R e Python, le basi di dati e MySQL e continuare a fare tanta pratica per espandere il proprio portfolio.
Marketing e Comunicazione
Sempre più aziende capiscono l’importanza della comunicazione digitale efficiente. Una solida base di partenza potrebbe essere quella del Copywriter persuasivo o del Social Media Manager per Instagram o Facebook.
Anche saper gestire un e-commerce oppure aiutare le aziende locali ad aumentare il fatturato grazie a Google My Business o alla pubblicità online potrebbe avere un’ottima prospettiva di carriera.
Farsi trovare su Google – il motore di ricerca più diffuso al mondo grazie alla SEO è una competenza digitale che tante aziende in Italia e all’estero cercano.
Una volta acquisite le competenze trasversali in Digital Marketing, si potrebbe lavorare come Growth Specialist, aiutando le aziende e soprattutto le startup a crescere con il budget ridotto.
Programmazione
La grande protagonista a partire dai primi anni 2000, la programmazione continua ad essere tra i settori più remunerativi del digitale e anche quello che offre maggiore libertà da tempo, permettendo al personale altamente qualificato di lavorare in smart working e vivere da nomadi digitali.
Nel 2020 tante aziende tagliate fuori dal lockdown costrette a mettere i dipendenti in cassa integrazione, hanno capito l’importanza di un sito web efficiente e di un e-commerce per avere accesso a un negozio h24.
Come entrare in questo mondo?
Si può cominciare imparando le basi di dati e MySql, poi le tecnologie base del web come HTML e CSS, SASS per scrivere il CSS in modo più semplice.
Dopo questa base, conviene decidere se si vuole fare sviluppo lato server (ciò che c’è dietro a un sito) o lato utente (ciò che l’utente vede quando naviga un sito).
I linguaggi di programmazione più famosi lato server sono PHP e Java. Per chi vuole lavorare con il front end, un linguaggio di programmazione necessario è Javascript.
Un bravo programmatore deve conoscere GIT e il controllo di versione e un framework come Django che facilita la scrittura del codice.
Da qui gli sviluppi di carriera sono molteplici e di sicuro non c’è rischio di rimanere disoccupati.
Quale sviluppo per le aziende?
Per le aziende il fattore chiave secondo il report del World Economic Forum sarà quello del reskilling e upskilling. Se le aziende vogliono rimanere competitive, dovranno formare i propri dipendenti, sfruttando i fondi statali e regionali.
Una tendenza più diffusa sarà quella del telelavoro, accelerata dalla pandemia e dalla necessità del distanziamento sociale. Secondo il report entro il 2025 il lavoro a distanza potrà interessare fino al 44% dei lavoratori globali.
La maggioranza delle aziende dovrà riqualificare e migliorare le competenze dei propri dipendenti per sopravvivere. C’è bisogno di un impegno congiunto da parte delle imprese, delle associazioni di categoria e degli Stati per evitare una grande crisi dell’occupazione.
Tante aziende non hanno ancora capito il potenziale di questo cambiamento, così come a loro volta non hanno saputo sfruttare la Rivoluzione industriale in chiave 4.0. Ecco perché investire nelle proprie competenze in anticipo e cominciare un corso online oggi stesso, senza attendere di essere licenziati è la scelta migliore per ogni lavoratore che non vuole vivere con paura il proprio futuro professionale.